La stitichezza non è una malattia, ma un malfunzionamento del transito intestinale sintomatico di altri disturbi. Molto spesso, la stipsi è considerata conseguenza diretta dello stile di vita poco sano e sedentario tipico dei paesi industrializzati. Circa 13 milioni di persone al mondo accusano questo malessere, in maggioranza le donne e gli anziani. Nei bambini è raro, ma talvolta i maschietti possono esserne soggetti maggiormente. Una cattiva alimentazione e scarsa attività fisica non sono le sole motivazioni che rallentano la motilità intestinale. Tra i vari disturbi cui è possibile risalire ci sono alterazioni organiche o funzionali dell’intestino, malattie che interferiscono indirettamente sul processo di evacuazione (come diabete e ipotiroidismo, ad esempio) e fattori psicologici. Ad ogni malattia la sua cura. In media, si stima che almeno il 25% della popolazione sia affetto da stitichezza se ha sofferto per circa 12 settimane, non necessariamente consecutive, di 2 dei seguenti sintomi:
• Feci dure
• Ridotta defecazione (meno di due volte a settimana)
• Aiuto manuale nello svuotamento anale
• Sforzo e difficoltà nell’evacuazione
• Sensazione di blocco rettale
Quali sono le cause e i sintomi della stipsi?
I sintomi più comuni della stitichezza sono:
• Bruciore anale
• Defecazione forzata e/o incompleta
• Evacuazione con feci dure o caprine
• Dolore e gonfiore addominale
• Meteorismo e flatulenza
• Ragadi e lacerazioni della mucosa anale
• Mal di stomaco
• Gonfiore nella zona anale
Le cause della stipsi sono tante quanto i sintomi. Può, infatti, trattarsi di patologie del retto (emorroidi, ragadi, etc.), farmaci e malattie che colpiscono l’intestino (colite, etc.), malattie nervose o fattori psicologici, dieta povera di fibre o disidratazione e molto altro. Se, invece, non vi è alcuna malattia si può parlare di stitichezza cronica idiopatica. Quest’ultima può insorgere per motivi di diversa natura come gravidanze, sedentarietà, particolari diete e sindrome del colon irritabile.
Come curare la stitichezza?
Quando la stipsi tende a cronicizzarsi è bene rivolgersi al medico che potrà prescrivere accurate analisi per risalire alla fonte del problema. Tra queste, vi sono la colonscopia, la defecografia e lo studio dei tempi del transito intestinale. Bisogna ricordare, infatti, che la stipsi non è un disturbo vero e proprio, ma potrebbe essere il sintomo di qualche altra malattia da identificare. Intanto, si possono seguire alcune dritte per stimolare l’evacuazione e regolarizzarla. La prima regola è idratarsi correttamente e bere ogni giorno almeno 2 litri di acqua. Questa, infatti, tende ad ammorbidire le feci e, quindi, a favorire la motilità intestinale. Alimentarsi adeguatamente, inserendo la giusta dose di fibre nella propria dieta è un altro passo in avanti, come lo è svolgere regolare attività fisica (anche la sedentarietà contribuisce alla stitichezza). Sotto consulto medico, è possibile anche servirsi di integratori a base di psyllium che stimolano l’atto della defecazione facendo volume nell’intestino e spingendo dolcemente le feci dall’interno per essere espulse dall’organismo in modo naturale e senza l’ausilio di lassativi.