Vediamo, allora, di fare un po’ di chiarezza insieme!
La ranitidina è un farmaco antagonista dei recettori H2 dell’istamina, che agisce inibendo la secrezione acida e viene, perciò, adoperato nel trattamento dell’ulcera, del reflusso gastroesofageo, del bruciore di stomaco e di altre condizioni in cui lo stomaco produce quantità eccessive di acidi, come la sindrome di Zollinger-Ellison.
In Italia la ranitidina viene commercializzata sia come farmaco soggetto a prescrizione medica, sia come medicinale di automedicazione, in forma di compresse, sciroppi o soluzioni iniettabili per uso endovenoso.
Il ritiro è stato disposto per possibili impurità cancerogene, infatti, in alcuni lotti potrebbe esservi N-nitrosodimetilammina (NDMA) appartenente alla classe delle nitrosammine, una sostanza classificata come probabilmente cancerogena per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sulla base di studi condotti su animali. Già nel 2018 la NDMA era stata rilevata in una classe di farmaci anti-ipertensivi (sartani).
In questi casi, le autorità sanitarie operano secondo il principio di precauzione, limitando l’esposizione alla sostanza potenzialmente dannosa così da ridurre al minimo i rischi per il paziente.
I farmaci con ranitidina sottoposti al ritiro diretto sono 195 prodotti dalla ditta indiana Saraca Laboratoriesma ma, a scopo precauzionale, l'Aifa ha anche disposto il divieto di utilizzo di tutti i lotti commercializzati in Italia di medicinali contenenti ranitidina prodotta da altre officine farmaceutiche diverse da Saraca Laboratories, in attesa che vengano analizzati.
Provvedimenti simili sono stati assunti o sono in corso di adozione negli altri Paesi dell'Unione Europea e in diversi paesi extraeuropei.
L'agenzia, inoltre, ha disposto anche il divieto di utilizzo di tutti gli altri farmaci con lo stesso principio attivo, in attesa di controlli: si tratta di una lista di 516 prodotti, tra cui anche il Buscopan antiacido, il Raniben in compresse, lo Zenitiva, lo Zantac, il Ranidil e l’Helax iniettabile.
Perciò, se si è in cura con un farmaco a base di ranitidina prescritto dal medico è importante consultare il proprio medico prima possibile così da poter concordare un trattamento alternativo mentre se si assumono medicinali di automedicazione a base di ranitidina bisogna chiedere consiglio al medico o da noi in farmacia così da farsi consigliare un farmaco sostitutivo.
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