Alcuni non ricordano, altri ricordano molte cose, altri ancora hanno una memoria fotografica.
Dopo alcune ricerche e diversi studi, si è capito che, nelle persone che ricordano i sogni, è interessata una specifica area cerebrale, la corteccia frontale, con una specifica frequenza elettrica, mentre in chi poi rammenterà ben poco, la zona cerebrale coinvolta era la corteccia temporale destra.
Perciò si può predire dall’attività elettroencefalografica misurata in chi dorme se al risveglio ricorderà oppure no.
Sì, ma cosa avviene nella nostra testa?
Durante il sonno, vengono stimolate delle reti di neuroni corrispondenti a categorie come avviene quando siamo svegli, con la differenza che la loro stimolazione non è dovuta esclusivamente al segnale elettrochimico che arriva dai sensi.
Quando si sogna una stanza ad esempio si stimola una rete di neuroni che corrisponde alla categoria di stanza, e che è più o meno la stessa che viene stimolata quando da svegli si vede una stanza, ci si ricorda di una stanza o si immagina una stanza. Quando osserviamo una stanza, il segnale elettrochimico che parte dagli occhi raggiunge quindi prima le categorie fondamentali e poi, attraversa le varie categorie complesse fino ad arrivare a quella corrispondente alla stanza, che ci permette di riconoscere la stanza stessa.
A questo punto si può spiegare meglio come viene selezionata dalla mente la categoria che verrà stimolata maggiormente durante la giornata e quindi su cosa verterà il sogno che stiamo facendo, in base a quattro aspetti:
- Più un oggetto, una persona o un evento provoca forti emozioni più è probabile pensare a lui. Il cervello infatti preferisce stimolare le categorie che possono essere utili per la soddisfazione dei bisogni (ciò che ci provoca piacere) o per evitarne l’insoddisfazione (ciò di cui abbiamo paura e che andrebbe evitato).
- Ciò che ci provoca forti emozioni o che percepiamo molto spesso ha dei forti collegamenti che rendono facile l’attraversamento del segnale elettrochimico e quindi la stimolazione della categoria.
- Il contesto nella quale siamo inseriti durante il sogno è importante per l’indirizzamento del pensiero. Se siamo in officina e una persona ci parla di moto allora penseremo al veicolo a motore, se invece siamo in un posto naturale penseremo ad esseri viventi di vario genere.
- Se, quando siamo svegli, una persona racconta un episodio avvenuto durante le vacanze invernali in montagna è probabile che ci verrà in mente un altro episodio che abbiamo vissuto in montagna proprio perché i due ricordi hanno molti elementi in comune, stessa cosa succede con le categorie e le reti di neuroni, quando sogniamo.
Si sogna durante la fase REM o NREM?
Fino a poco tempo fa, si riteneva che si sognasse solo durante la fase del sonno detta REM. Ma alcune ricerche hanno appurato che sogniamo anche durante il sonno non-REM (NREM), a ogni fase del sonno corrisponderebbero anche sogni diversi.
Nella fase REM, i sogni sono più reali, si vivono esperienze simili a quelle della propria quotidianità, mentre nella fase NREM si incontrano sconosciuti e si fanno cose irreali.
I sogni lucidi
Esistono poi i sogni lucidi e sono quelle situazioni in cui si è consapevoli che si sta sognando, anche se si è svegli. Durante questo tipo di sogno si può controllare il contenuto onirico, in genere per al massimo 30 minuti. I sognatori lucidi sognano soprattutto cose come volare, passare attraverso i muri e viaggiare nel tempo.
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