La mononucleosi (conosciuta anche come malattia del bacio) è una patologia infettiva acuta e contagiosa il cui responsabile è il virus Epstein-Barr (EBV), che appartiene alla famiglia degli Herpesviridae.
La mononucleosi viene indicata anche con altri nomi: adenite acuta infettiva, febbre ghiandolare, febbre ghiandolare di Pfeiffer e linfoadenosi acuta epidemica.
Questo disturbo è, quindi, infettivo e di origine virale. Il contagio avviene direttamente, attraverso lo scambio di saliva, o indirettamente tramite il contatto con posate, bicchieri, spazzolini, giocattoli e, in generale, oggetti contaminati dal soggetto che ne soffre. La mononucleosi colpisce soprattutto i giovani e molte persone sviluppano anticorpi contro il virus senza aver mai accusato alcun sintomo d’infezione.
Trattandosi di un virus che non si debella del tutto, comunque, è possibile che i sintomi possano ripresentarsi anche a distanza di tempo.
Sintomi della mononucleosi
I sintomi principali della mononucleosi sono:
• Mal di gola, tonsillite e linfoadenopatia (ingrossamento dei linfonodi);
• Febbre;
• Sensazione di stanchezza e debolezza;
• Ingrossamento della milza;
• Esantema e sudorazione notturna.
Cura della mononucleosi
Non è facile riconoscere correttamente la mononucleosi, in quanto i suoi sintomi possono essere confusi con altre patologie. Ciò nonostante, il medico potrebbe essere in grado di diagnosticarla con precisione attraverso esami specifici e analizzando i suoi sintomi tipici come febbre, ingrossamento dei linfonodi e mal di gola.
La mononucleosi tende a risolversi positivamente entro due o tre settimane e raramente si va incontro a ricadute negli anni successivi. Tuttavia, non si può escludere che alcuni soggetti possano soffrire di alcuni dei sintomi tipici della malattia, come stanchezza e difficoltà di concentrazione, anche per diversi mesi dopo il contagio. Non va dimenticato, poi, che il virus tende a rimanere silente nel tessuto linfoghiandolare anche dopo la guarigione del soggetto e può riattivarsi attraverso la cosiddetta ‘sindrome da fatica cronica’, uno stato di debilitazione generale che può durare anche diversi mesi e che sottrae a chi ne è affetto grandi quantità di energie fisiche e mentali.
Per prevenire la riattivazione del virus, dunque, è consigliabile mantenere alta la funzionalità del sistema immunitario con uno stile di vita sano e senza stress eccessivi. È altresì importante seguire un’alimentazione sana ed equilibrata.
La mononucleosi può essere curata attraverso terapia farmacologica che il medico potrebbe consigliare sulla base di specifiche condizioni cliniche del soggetto malato. Il trattamento si baserà sulla somministrazione di farmaci analgesici, come l’acetaminofene e l’ibuprofene, e di medicinali antipiretici (tranne l’acido acetilsalicilico che, in alcuni casi, potrebbe determinare l’insorgere di alcune gravi complicazioni come la sindrome di Reye). I farmaci corticosteroidei sono, invece, sconsigliati e solamente nei casi più gravi il medico ne valuterà la loro somministrazione.
Infine, nell’ipotesi in cui i suddetti medicinali non dovessero dare al paziente un concreto aiuto, la cura della mononucleosi potrà essere portata avanti con una terapia a base di immunoglobuline.